Il 16 giugno 1904 Leopold Bloom esce di casa dopo un'abbondante colazione per presenziare al funerale dell'amico Paddy Dignam, finendo poi per girovagare per Dublino, tra un pub e l'altro, una commissione e l'altra, pensando, filosofeggiando, chiacchierando. Moderno e strano Ulisse, pronto alla sua quotidiana odissea.
Il 16 giugno 2019 (ieri) ho finalmente partecipato al Bloomsday Festival, una giornata (in realtà una settimana) interamente dedicata all'opera di Joyce ricostruita, ripercorsa, allestita nella capitale irlandese così dettagliatamente descritta e percorsa nel libro.
Erano 10 anni esatti che volevo andarci, da quando quel libro che spaventa e intimorisce l'ho letto, affrontando i fantasmi che lo definiscono fra i libri che i più fingono di aver sfogliato, che in molti abbandonano.La pulce nell'orecchio me l'aveva messa la professoressa di lettura inglese al liceo, che Joyce lo venerava e ce lo faceva studiare. La voglia è rimasta lì, ad aspettare il momento giusto (un weekend a Dublino) e la forza giusta... Che se un libro te lo vendono con un Guida al Lettore allegata, sai già che non sarà una passeggiata!
Ma mi ci sono immersa come preferisco fare: come una lettura semplice per quanto possibile. Senza studiare, parafrasare, senza pretendere di capire tutto e adattandomi a una traduzione italiana in cui giochi di parole, onomatopee e rime si vanno inevitabilmente a perdere e cambiare.
L'ho riletto qualche mese fa, per prepararmi a questa giornata e per ricordare a modo mio un altro Leopold Bloom, che usciva al mattino presto e spesso rincasava in piena notte, dopo aver vissuto chissà quali avventure, aver visitato pub e amici.
Ed è per questo che al libro sono affezionata: per il suo raccontare una semplice giornata di un uomo semplice, di un marito devoto, di un padre mancato e non troppo amato, di un amico spesso preso in giro, di cui si sparla alle spalle, come fosse l'antieroe che è.
Nella sua giornata si incastrano le vicissitudini di Stephen Dedalus, quel figlio che non ha mai avuto, figlio invece di un padre che non l'apprezza, di una madre che non c'è più e che cerca di sbarcare il lunario coltivando il sogno di essere uno scrittore, circondandosi però delle persone sbagliate.
E allora, è la loro giornata che ci viene descritta, in modo a volte fluido, altre ostico, e stai lì a chiederti "ma sta per caso descrivendo questo? Sta davvero facendo una metafora pre-cinematografica di un orgasmo alternando masturbazione e fuochi d'artificio?" (risposta: sì)
Perché, come si sa, è il modo in cui questo 16 giugno viene raccontato a fare la differenza, a spaventare.
Capitoli in cui si alternano stili e modi, tra declami antichi, musicalità, cronaca di giornale, poesia, flussi di coscienza. Tra sogni e intersezioni, baccanali e incontri erotici, con un altro capitolo cinematografico in cui la simultaneità e la coralità fanno applaudire.
E poi c'è lui, l'episodio finale.
Il lungo soliloquio di Molly Bloom, moglie fedifraga, voluttuosa e civettuola, che ha appena salutato l'amante e sente rincasare lui, Leopold. E pensa, sogna, ricorda senza più bisogno di una punteggiatura. Appuntamenti passati e corteggiamenti, infanzia e maternità, e decide che sì, lo vuole ancora.
Quel sì è quello che che ha fatto la differenza per me, che mi ha dato speranza 10 anni fa, quando quell'ultimo capitolo è rimasto lì, in sospeso, perché il mio Leopold non è più rincasato.
Facendo di una lettura una terapia, un legame impossibile da sciogliere.
Non pretendo di poterlo analizzare, non pretendo di averlo capito del tutto o di averlo letto come un vero studioso vorrebbe, ma so di averlo amato questo Ulisse. E ora posso dire di averlo vissuto.
Ma di questo se ne parlerà un'altra volta.
Che coraggio a leggerlo, e pure a rileggerlo. Lo troverò prima o poi?
RispondiEliminaSoprattutto, che invidia per Dublino: ci sono stato proprio oggi, con il romanzo che ho recensito: consoliamoci. :)
Coraggio ce ne vuole, ma una volta iniziato diventa una sfida che dà enorme soddisfazione portare a termine. Non avrò capito/intuito tutto, ma in questo 16 giugno si provano un sacco di emozioni, prima fra tutte il rispetto verso una mente così geniale e folle.
EliminaAnche io lisa non avro' capito tutto ma è stata un'avventura, un'esperienza, un'emozione unica leggerlo
RispondiEliminaSiamo sinceri ma appassionati, un'avventura a conti fatti faticosa solo a tratti (meglio, a capitoli) ma un'Odissea bellissima da leggere :)
EliminaBuongiorno.
RispondiEliminaForse può interessarvi questo canale youtube RITRATTO DI ULISSE dove sono proposti ascolti, letture e commenti dal romanzo di Joyce, confrontando l'originale con le tre traduzioni italiane disponibili. Il canale è stato di recente visionato e ben giudicato anche dallo stesso traduttore del romanzo Enrico Terrinoni.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLJBcZmWWmlya9nyJ_RDBq3WOnW6twdmYo
Grazie. Un saluto.